Non riesco più a mangiare…

di Daniela Roccatello

non riesco a mangiare

Una mamma, medico, molto preoccupata ci chiama: “aiuto, mia figlia di 11 anni è dimagrita di 5 chili in un mese,  non riesce a mangiare, attualmente è in cura in un ospedale. La porto lì tutti i giorni, ci resta dal mattino fino al pomeriggio e poi la riporto a casa. Ok le medicine, le terapie ecc. ma voi potreste aiutarla con la riflessologia del piede?”.

Nel mio lungo percorso professionale di riflessologa sono riuscita a tirar fuori da questo abisso del “non riesco a mangiare” alcune giovani, belle e particolarmente intelligenti, naturalmente insieme alle terapie ufficiali, (ospedali, psicologi ecc).

Come uscire dall’abisso “non riesco a mangiare”

Parliamo di Luisa 26 anni radiologa e affetta da anoressia. Si presenta in studio dicendomi che da 5 anni non ha più le mestruazioni ed è solo questo il motivo per cui vuole essere aiutata da me.

Queste persone hanno un desiderio inconscio di disincarnarsi, infatti i piedi sono molto estesi come se cercassero di camminare sulle punte per…..staccarsi da questo suolo che è la loro vita terrestre e che per motivi diversi non riescono più ad accettare.

Il mio lavoro si esprime in due modi:

  1. l’aspetto relazionare MAI parlare di cibo né esprimere verbalmente la loro magrezza
  2. massaggiare i piedi con l’obiettivo primo di cambiarne la postura , lavorare le articolazioni, il calcagno e le dita in modo professionale . Pian piano i piedi cominciano a modificare il loro modo di appoggiarsi alla terra, come se finalmente mettessero radici profonde, che sono sostegno e nutrimento sia per l’albero , ma metaforicamente, in questo caso anche per la persona. In sostanza la “tiriamo giù cerchiamo di impedirle di….volar via”.

Dopo tanti anni di verifiche ci risulta sempre più evidente che: cambiano i piedi e cambia la testa, intesa come luogo dove pensieri ossessivi, ripetitivi spesso bloccano aspetti della vita fisica

Luisa è venuta per un anno, ogni tanto io e la psicologa ci scambiavamo opinioni e idee su questa nostra assistita, naturalmente previo il suo consenso
Sono passati parecchi anni, Luisa è guarita, si è sposata e ha due splendidi bambini di cui ricevo ogni anno a Natale una foto con gli auguri e il troppo gratificante “Grazie di cuore”.

Ho fatto solo il mio lavoro condiviso dalla psicologa e dalla giusta vicinanza dei suoi genitori